fabio
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Se in questa estate caldissima volete trovare un posto molto fresco prendete il grafico del prezzo di Bitcoin: siamo in un periodo che già in passato era stato denominato crypto winter, un periodo di prezzi bassissimi dopo le vette di ottobre.

Il sereno andamento del prezzo di Bitcoin

Questi periodi sono un toccasana per gli hodlers, cioè quelle persone che hanno come strategia la detenzione per lunghi, lunghissimi periodi o addirittura all’infinito. Questi periodi fanno pulizia sul mercato costringendo chi ha seguito strategie di breve termine a uscire dal mercato, registrando magari pesanti perdite, e fanno anche pulizia nella industry facendo crollare i business plan di società del settore prive di valore intrinseco e mal gestite e, più in generale, di tutto ciò che è pesantemente o maldestramente collegato al valore di Bitcoin.

Ogni volta che attraversiamo questi periodi leggo cose assurde. Se da un lato gli hack di Terra/Luna e Solana (wallet) mi hanno affascinato (col dovuto rispetto per chi ci ha perso), dall’altro mi domando come sia possibile che molte persone continuino a commettere gli stessi errori che già si sono visti in passato. Sembra lungo, ma non lo è, ci sono solo molti esempi e link :)

Allora ho pensato di fare un piccolo decalogo (o eptalogo?) commentato, sperando che possa salvare qualcuno in futuro.

  1. Se non è Bitcoin è una shitcoin
    Magari antipatico ma vero: tutto ciò che è venuto dopo Bitcoin non ha innovato di un h questo mondo, ha fatto al massimo promesse interessanti da esplorare tecnicamente ma che personalmente ritengo non sicure e non affidabili per poterci puntare sopra più di un tappo di bottiglia. Stare sempre alla larga dalle shitcoins per semplificarsi la vita: una cosa in meno da rendere sicura significa vita più semplice.
  2. Not your keys, not your bitcoins
    Se non sei l’unica persona esistente ad avere accesso (aka conoscere) la tua private key non puoi considerare i tuoi bitcoin al sicuro, perché chiunque altro la conosca può legittimamente movimentarli. Si applica anche alle altcoins o shitcoins semplicemente perché queste non nascono dal nulla ma derivano concettualmente da Bitcoin. Se compri o peggio tieni i tuoi bitcoin su un exchange sappi che tecnicamente non sono i tuoi bitcoins, sono i loro. Se un exchange non permette o rende eccessivamente onerosi i prelievi in bitcoin lascialo il prima possibile.
  3. Proteggi la tua private key
    Ovvia quanto diretta conseguenza del punto precedente: ma come si fa?
    • La private key non deve mai risiedere su un dispositivo che può accedere ad internet, perché significa che vi si può anche accedere da internet (concetto di hot wallet, cfr. hack di Solana), quindi non va tenuta sul telefono (anche per altri motivi), tablet o pc (ma meglio quest’ultimo del telefono: si può usare Electrum con alcune accortezze, ma è comunque sub-ottimale).
    • Il posto migliore è un cold storage wallet: Ledger, Coldcard, Jade, BitBox02, etc. coprono tutte le esigenze per facilità d’uso, opzioni, configurabilità, etc.
    • Averne un backup: su carta (che però brucia), nella propria testa (che però perde colpi), su superfici di acciaio o addirittura una capsula d’acciaio
    • Verificare periodicamente che il proprio backup sia integro e non alterato.
  4. Proteggi la tua identità
    Non sto suggerendo di scomparire nel nulla :) ma solo di rendere il più difficile possibile l’associazione fra l’identità reale e gli indirizzi bitcoin usati.
    Un soggetto (o peggio un’istituzione) in grado di associare un nostro indirizzo alla nostra persona può costringerci con diversi mezzi e livelli di forza a disporre dei nostri bitcoin come preferisce: un malintenzionato con minacce fisiche, un’autorità giudiziaria con un sequestro, e così via.
    Alcune buone prassi in ordine di facilità:
    • Evitare il riutilizzo dello stesso indirizzo per ricevere da soggetti diversi.
    • Fare a meno di soggetti che richiedono contemporaneamente le due informazioni come per esempio gli exchange (Coinbase, Binance, Crypto.com, etc.) e chiunque richieda un KYC: puoi agevolmente fare a meno degli exchange usando servizi come HodlHodl o Bisq, RoboSats o altri.
    • Far girare un proprio full node BTC, per non dover usare servizi di terzi per consultare i saldi degli indirizzi, interfacciandosi ad esso preferibilmente via TOR.
  5. Non parlare mai dei tuoi bitcoin
    Blocca chiunque ti contatti per parlarne o chi offre servizi quali custodia o supporto di vario genere a meno che non hai la massima certezza e fiducia nel tuo interlocutore. Ovviamente questo deve escludere la possibilità di parlare di Bitcoin in generale come tema, ma è in ogni caso buona norma non parlare mai con nessuno dei propri bitcoin (quanti sono, dove sono, da quanto tempo, come li hai acquistati o venduti, etc.). Le conversazioni sui social meritano ancora maggiore attenzione, così come i contatti via email.
  6. Don’t trust, verify
    Una massima (e un post) da tenere sempre a mente e molto legata al punto 4.3: la verifica diretta è sempre da preferire a quelle indirette. Se per esempio qualcuno ti dice che ti ha mandato un certo importo in bitcoin, non fidarti del link che ti manda per dimostrartelo, ma verifica indipendentemente (col tuo nodo o con uno di terzi se non ne hai uno tuo) se quella transazione che dice esiste davvero e il numero di conferme che ha.
  7. Se non conosci approfondisci, se conosci approfondisci lo stesso
    Come direbbe qualcuno let’s see how deep the rabbit hole goes: Bitcoin è un mondo sconfinato e la profondità con cui puoi affrontare un tema è anch’essa smisurata, c’è sempre da imparare e più ne sai più facile sarà evitare scam e rischi in generale.